Che succede amico? 80 candeline per il coniglio più dispettoso e famoso al mondo!

Se oggi siamo tutti presi dai coloratissimi e ipertecnologici cartoni realizzati al computer, spesso disperazione di madri e padri per la perdita del telecomando, moderno scettro del regno “famiglia”, non si può di certo negare che i classici cartoons del passato siano da tempo diventati veri e propri simboli della cultura mondiale anche per gli adulti. Oggi è altamente improbabile trovare qualcuno, indipendentemente dall’età, che non conosca Topolino o, ancor più, Bugs Bunny, il dispettosissimo coniglio dei Looney Tunes, famosissima serie di cortometraggi americani della Warner Bros, la Company californiana di produzione cinematografica e televisiva fondata nel lontano 1930. Le signore comprano volentieri t-shirt, camicette, cover per cellulari, borse, scarpe e suppellettili domestiche con volti e battute dei noti e strampalati personaggi della Warner Bros, come pure tanti signori attempati continuano a tifare per Willy, il coyote sempre perdente contro quel diavolaccio dello struzzo Beep Beep e, con ancor più veemenza, per DaffyDuck, l’anatra che proprio non riesce a spuntarla controun dispettoso, furbissimo e simpaticissimo coniglio, quel Bugs Bunny che in questi giorni ha compiuto, udite udite, 80 anni! Questo personaggio a cartoni, bellissimo nelle sue originali versioni disegnate dalla sapiente mano di Robert Herman “Bob” Givens Jr., primo vero disegnatore del coniglio che ha fatto e fa impazzire bambini e adulti da generazioni, non ha mai perso un solo briciolo di fascino nel corso degli anni, diventando in breve tempo un vero e proprio crogiuolo di pensieri, politica, divertimento, storia, cultura e imprenditorialità. Sebbene spesso coadiuvato da personaggi “spalla” di altissimo spessore, tra l’altro diventati via via indipendenti, come ad esempio il già menzionato Willy il Coyote o Gatto Silvestro, il coniglio animato più importante al mondo è riuscito nel tempo a trasformarsi in un simbolo talmente universale da esser addirittura approdato sulla Walk of Fame di Hollywood con la sua personale stella, unica dedicata ad un personaggio animato della Warner Bros. Dotato di sagacia, intelligenza e flemma incredibilmente urticante, riassunta nella fastidiosa ma simpatica frase “Che succede amico?”, adattamento della più conosciuta battuta americana «What’s up Doc?», Bugs mi costringe, ancora una volta e mio malgrado, a collegarmi agli eventi della Seconda guerra mondiale, periodo dal quale non sono arrivate solo invenzioni tecnologiche tuttora vive e vegete, ma anche un’ampia serie di idee e miti culturali che continuano a permeare fortemente la nostra vita quotidiana. Non a caso, infatti, il coniglio della WB è stato un mezzo di propaganda straordinario nel periodo bellico, caratterialmente ritagliato come un abito sartoriale sulla visione bonacciona e un po’ menefreghista degli States di quegli anni, di quel presunto gigante buonodormiente che punzecchiato e infastidito regge normalmente con filosofia l’inferiorità dei suoi “vicini”, ma appena viene attaccato seriamente si trasforma in una macchina da guerra in grado di risolvere questioni e minacce in modo rapido, cinico ed efficace. Parliamo, ovviamente, della parabola della WW2, con l’immancabile richiamo a Pearl Harbor e alla vile strage che ufficialmente fece svegliare il gigante americano avviandolo, quindi, alla conquista definitiva dell’egemonia mondiale economica e militare. In quegli anni, proprio mentre nascevano diversi miti della cinematografia a stelle e strisce, anche fumetti e cartoni animati muovevano i propri personaggi a supporto della propaganda bellica contro Germania e Giappone (nda – l’Italia era sostanzialmente poco considerata), tanto che il nostro ottantenne Bugs fu direttamente arruolato dalla Warner Bros perderidere i nemici sia durante che al termine del conflitto grazie, ad esempio,all’irriverente cortometraggio del 1944 “Bugs Bunny – Nips the Nips” (in italiano traducibile come Bugs Bunny sgranocchia i giapponesi) o quello del gennaio 1945 “Herr Meets Hare” (in italiano traducibile con Hermann Goering incontra lo scaltro coniglio) in cui a 4 mesi dalla definitiva sconfitta dei nazisti già si irrideva alla goffaggine di un regime che davanti alla potenza americana era oramai solo una sorta di fenomeno da baraccone. È così che dalla definitiva intuizione di Tex Avery, animatore e regista che comprese pienamente le potenzialità del grigio sgranocchiatore di carote, usando proprio questa immagine per metaforizzare la potenza degli States che “tritano e mangiano i nemici”, inizia il lungo percorso di un vero mito della cinematografia che ha trasceso le generazioni adattandosi ai costumi di ogni epoca richiamando e partecipando virtualmente a tanti eventi mondiali attraverso richiami e divertenti citazioni.

Space Jam: trama, cast, curiosità sul film | Popcorn Tv
Michael Jordan e Bugs Bunny nel mitico movie “Space Jam”

Famoso il film in cui è protagonista indiscusso alla faccia di Michael Giordan, il famoso e reale campione NBA che si ritrova catapultato nel mondo dei cartoni animati della Warner per combattere, grazie al supporto di Bugs Bunny, un cattivo alieno che vuole soggiogare il mondo (Space Jam del 1996). Ma sono anche più famosi i richiami culturali al Barbiere di Siviglia e alla cultura spagnola, con la nota scena della corrida, alla grandezza della musica di Wagner con la parodia de L’anello del Nibelungo, all’arte pittorica europea con la famosissima fuga dentro i dipinti del Louvre di Parigi (Looney Tunes back in action del 2003), o ancora alle varie discussioni tra complottismo e scienza come la questione dell’Area 51(nel film del 2003 diventa comicamente Area 52) o della colonizzazione di Marte con l’incontro scontro con lo strano personaggio alieno Marvin. Insomma il nostro caro amico Bugs Bunny è stato creato poco prima della WW2, è stato lanciato proprio in quel periodo, ha voluto mostrare attraverso un linguaggio irriverente e fanciullesco la potenza degli States e la propria ascesa mondiale economica e militare, nonché accompagnare gli eventi mondiali con dei sottili richiami e critiche lungo un ottantennio in cui è diventato figura mitologica per adulti e bambini uguagliando il mito di riferimento dei cartoon che, per la gioia della Disney, resta mondialmente identificabile in Topolino. Insomma, buon compleanno Bugs Bunny e ogni tanto lascia qualche soddisfazione a Daffy, mi raccomando!