360 pagine di curiosità, bellezza, informazione e storia.

«GRANDE COME UN LIBRO, DA LEGGERE COME UN MAGAZINE!17»

      A più di un anno dall’inizio del complicatissimo periodo pandemico, disastro sanitario ed economico di cui si parlerà per decenni, esattamente come oggi si discute delle tragedie del ‘900, l’attività giornalistica, di ricerca e divulgazione delle mie “Storie d’Italia”, è stata letteralmente investita dalla curiosità di tanti amici lettori e da un prezioso inatteso riconoscimento, il Premio Liburia 2021. Dal semplice blog personale, passando per la pubblicazione di pillole storiche e più ampi articoli su quotidiani, magazine o riviste scientifiche, ho toccato con mano la concreta necessità di un popolo, da nord a sud, che vuole essere informato non con vezzi nostalgici del passato, ma piuttosto con la corretta esposizione di fatti, eccellenze ed errori che da lontano continuano a condizionare, nel bene e nel male, la nostra attuale vita “tecnologica”. Così, se non mi ha meravigliato l’estremo interesse che i lettori hanno mostrato nel consultare articoli relativi a tecnologie della Seconda guerra mondiale usate ancora oggi, mi ha invece onorato sapere che i pezzi, spesso tratti anche dalle ricerche condensate nel mio ultimo libro La Guerra Dimenticata, dove racconto ad esempio i furti d’arte da parte dei nazisti, sono diventati di vasta diffusione e discussione sulla stampa e sul web. Ma ancor più, se mi permettete questa confessione personale, mi ha dato grande soddisfazione sapere che i racconti di particolari storie conservate nelle straordinarie sale di tanti musei periferici, quelli che non godono dell’appellativo “metropolitano”, sono stati apprezzati perché si è gettata nuova luce su perle del nostro patrimonio culturale che i cittadini non conoscevano e ora apprezzano con passione. Talvolta, inoltre, questi articoli sono stati il resoconto di esperienze personali di viaggio che hanno segnato ancor più la passione per il giornalismo, la ricerca, il patrimonio del nostro Bel Paese. È il caso del castello con il “bambino fantasma” o del museo delle “mummie”, ma posso citare anche la scoperta del Pollino, in Calabria, o dei “segni” della prima globalizzazione commerciale a Napoli e Roma durante l’occupazione degli Alleati, in piena Seconda guerra mondiale. I simboli di tali cambiamenti, spesso davanti ai nostri distrattissimi occhi, sono tanti e ci insegnano come mai siamo ciò che tutto il mondo da una parte invidia e dall’altra critica.

Intervista di Franco Buononato (Campania Felix) al CAM Museum, in occasione della pubblicazione ufficiale del nuovo libro Storie da Pubblicista

      Insomma, sono stati i lettori, i follower del blog e dei social a chiedere sostanzialmente una “via stabile” per restare in contatto con queste storie. Un sistema, come citato anche nella sinossi, quasi un motto, per non disperdere racconti e storie, quindi testimonianze che, nel tempestoso mare del web e della stessa stampa on line, spesso vengono velocemente offuscate, dimenticate, perfino rese irrecuperabili, pure per chi vorrebbe conservarle nel proprio bagaglio informativo e culturale. Non potevo quindi esimermi, quale “semplice giornalista di periferia”, identificabile con la voluta lontananza da un mainstream a volte autocelebrante, dal raccogliere alcuni dei miei più seguiti articoli dell’ultimo anno e mezzo componendo questo strano libro: Storie da pubblicista.

Storie da Pubblicista su Teletruria, rubrica di approfondimento in prima serata #9:10, andato in onda dopo la presentazione a Subbiano-Arezzo del 7 maggio 2022

Non mi resta che augurare a tutti una buona lettura e soprattutto tante buone riflessioni.

Se vuoi leggere un’anteprima e accedere allo store dell’Editore, inquadra con la fotocamera dello smartphone il QRcode e vai su internet!

Giuseppe  Russo

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GIUSEPPE RUSSO © TUTTI I DIRITTI RISERVATI – Testo pubblicato il 26 febbraio 2022 – ISBN: 979-1220388955

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